Un salto di scala nei processi drammatici di fusione dei ghiacciai
Di quanto accaduto sulla Marmolada ha parlato Mauro Varotto, docente di Geografia all’università di Padova e responsabile delle misurazioni che annualmente vengono condotte sul più importante ghiacciaio delle Dolomiti per monitorarne lo stato di salute e il progressivo arretramento di superficie e di volume.
“Questo fenomeno costituisce un salto di scala dal punto di vista dei processi drammatici di fusione perché un distacco così importante non era mai avvenuto prima. Occorre quindi ripensare completamente le norme di sicurezza sul ghiacciaio perché nessuno si aspettava che potesse staccarsi una massa così grande di ghiaccio da una superficie che veniva ritenuta sostanzialmente stabile. E questo fa pensare che anche altre zone, magari notevolmente crepacciate e in forte pendenza, possano cedere senza preavviso“, osserva il professor Varotto confermando inoltre che “il destino della Marmolada purtroppo è segnato e grossa parte del ghiacciaio scomparirà entro il 2035”.
Mauro Varotto, spiega con l’aiuto del plastico presente al Museo di Geografia, donato da Corvallis il crollo sul ghiacciaio della Marmolada.